Canyon Grizl, una gravel tuttofare (o quasi)

Grizl, la nuova bicicletta di Canyon è più di una gravel, pensata per l'avventura l'off-road come in strada, senza dimenticarsi di chi ama il bikepacking. Cyclist l'ha provata e questo è quello che abbiamo scoperto...

Grizl, la nuova gravel di Canyon. (Foto Jacopo Altobelli)

Modello Canyon Grizl CF SL

Gruppo Shimano GRX 800

Ruote DT Swiss G1800 Spline DB 25

Kit di rifinitura Manubrio Canyon Ergo AL HB0050, attacco Canyon V13, reggisella Canyon S15 VCLS 2.0, sella Fizik Argo Terra R5, pneumatici Schwalbe G-One Bite TLE Evo 45 mm

Peso 9,3 kg

Prezzo € 2.799

Contatti canyon.com

Stabile come un quattro ruote motrici che divora i sentieri, con la classe di una bici da strada. La nuovissima Grizl di Canyon impone una riflessione, pur rapida, su cosa sia il gravel oggi. Certamente è la specialità ciclistica che più di tutte sta crescendo e affascinando soprattutto chi si avvicina alle due ruote quasi da profano. Ma è anche un genere che cerca di mettere insieme molti mondi, da quello della mountain bike (non me ne vogliano i puristi) a quello della strada, passando per il cicloturismo. Si sa, quando si cerca di essere tuttologi, si corre il rischio di non essere nulla e di non accontentare nessuno. Non è questo il caso di Canyon, il marchio tedesco che è arrivato alla sua nuova Grizl dopo aver lanciato sul mercato una prima gravel, la Grail CF, che per molti versi è stata anche un tantino rivoluzionaria... a cominciare dal suo inedito cockpit a doppia barra che ha affascinato molti, ma non ha convinto tutti.

Grizl è più tradizionale. Questo emerge chiaro, e se la guardiamo bene, forse è più vicina al modello Endurance (bici da granfondo del marchio tedesco) che alla Grail. Nonostante ciò, quest’ultimo modello nato per il gravel riesce ad essere ancora più off-road di quanto sia già la Grail CF.

Ciò che colpisce nel vederla è l’eccezionale disponibilità di accessori e predisposizioni che di fatto la rendono adatta anche agli utilizzi più ambiziosi per i cicloviaggiatori. Insomma, una bici progettata per l’avventura. Viene fornita con ben 3 portaborracce, uno dei quali al di sotto del tubo obliquo. E poi la presenza di una serie di tappini neri è l’indizio facile della presenza di predisposizioni per accogliere portapacchi, borse e soprattutto accessori per il bikepacking, del quale Canyon ha disegnato una collezione speciale in collaborazione con Apidura. Anche il tubo orizzontale è dotato di un attacco per una speciale borsa per gli attrezzi da avere sempre a portata di mano.

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Grizl, la nuova gravel di Canyon. (Foto Jacopo Altobelli)

Subito offroad

Detto questo, la cosa più importante è come la nuova Grizl si comporta quando ci si salta in sella. Il primo consiglio che mi sento di dare è il seguente: il primo test non fatelo in strada. In effetti la Grizl, da vera gravel, mostra subito i suoi limiti sull’asfalto a causa delle sue ruote piuttosto abbondanti (monta pneumatici Schwalbe G-One Bite 45 mm). È pensata per essere decisamente più stabile, con un interasse più lungo rispetto alle tradizionali bici da corsa, proprio per garantire una maggiore stabilità sui terreni irregolari. Il manubrio è molto largo e l’angolo del tubo di sterzo e della forcella anteriore sono piuttosto accentuati. Tutto ciò rende l’angolo di sterzo un po’ più chiuso. Se tutto questo può apparire uno svantaggio su strada, si trasforma in un vero toccasana quando si mettono i piedi (o per meglio dire gli pneumatici) sulla ghiaia e ancora di più sui sentieri tecnici e sconnessi.

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Grizl, la nuova gravel di Canyon. (Foto Jacopo Altobelli)

La bici nel complesso non è una piuma, con i suoi 9,3 chili di peso per la taglia media, ma tutte queste sue caratteristiche offrono una sensazione di stabilità impressionante rendendo semplice la guida anche nei fuoristrada più ostici e nei passaggi tra rocce e radici. Anche quegli pneumatici così larghi e tassellati, si rivelano dei “cuscini” morbidi e confortevoli in grado di parare e addolcire ogni difficoltà, offrendo il giusto grip. Si rivela a mio avviso utile la scelta di utilizzare ruote da 700 al posto delle 650b che molti stanno ereditando dal mondo mountain bike. È vero, questa ruota conferisce al ciclista una posizione più alta in sella (accentuata anche dalle geometrie del telaio), che però non disturba troppo sui sentieri. Al contrario, le ruote più grandi funzionano bene anche su strada e forniscono alla bicicletta un pizzico di slancio e di dinamismo che male non fa.

Cambio di assetto

La Grizl è fornita di un tubo reggisella in carbonio a doppia balestra, per regalare un po’ di ammortizzazione in più apprezzabile sui sentieri. È dotata di una sella Fizik ed è predisposta per ospitare un tubo del sellino telescopico, come quelli utilizzati nelle mountain bike, che consente facilmente di cambiare il proprio assetto e di arretrare il peso quanto serve avere più equilibrio, soprattutto in discesa.

Tornando al concetto di stabilità, che risulta la caratteristica più lampante di questo nuovo modello, appare chiaramente l’effetto di una serie di scelte che non si limitano al solo uso di ruote larghe e di un telaio con interasse più lungo. È piuttosto un sapiente mix di dettagli. Basti pensare all’uso di un manubrio più largo e un attacco più corto. Canyon ha anche lavorato con un pizzico di creatività per garantire l’uso di pneumatici larghi su un telaio che ha le stesse dimensioni e un fattore Q (la larghezza tra le pedivelle) delle bici da strada. I foderi sono stati modellati per fare spazio alla guarnitura e il tubo obliquo è stato gonfiato per garantire la robustezza necessaria.

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