Con Cyclist In vetta al Portogallo
La catena montuosa della Serra da Estrela ospita il punto più alto della nazione e offre ai ciclisti grandi salite, paesaggi ultraterreni e... molte dighe.









Foto Juan Trujillo Andrades
Cose a cui potresti pensare quando pensi al Portogallo: le spiagge dell’Algarve; le antiche strade di Lisbona; i vigneti della valle del Douro; Cristiano Ronaldo. Cose che probabilmente non immagini quando pensi al Portogallo: foreste di pini; stazioni sciistiche; montagne disseminate di massi; pioggia.
E non una pioggia qualsiasi, ma il tipo di pioggia che è così forte e persistente che le grondaie sui tetti si trasformano in mini cascate del Niagara, e le persone che escono dalle loro auto e si precipitano all’hotel sono inzuppate prima di arrivare all’ingresso. Quando guardo fuori dalla finestra, gli edifici dall’altra parte della strada sono invisibili, oscurati da una fitta nebbia e da un velo d’acqua. La temperatura è scesa ad un livello tale per cui comincio a rimpiangere la mia mancanza di vestiti caldi.
La Serra da Estrela è ufficialmente una catena montuosa, ma non ci sono cime individuali a separare una montagna dall’altra.
Come la maggior parte delle persone che visitano il Portogallo a fine estate, sono venuto ben preparato con pantaloncini, occhiali da sole e crema protettiva fattore 30, ma la Serra da Estrela non è come il resto del Portogallo. È una catena montuosa nel nord-est del Paese che si innalza fino a quasi 2.000 metri, dominando la campagna che la circonda e generando un proprio sistema meteorologico.
Dopo tanti mesi in cui non ho potuto viaggiare a causa della pandemia di Covid, sembra irritante essere finalmente arrivati nel sud dell’Europa solo per essere accolti da un tempo simile a un giorno d’inverno in Galles, ma mentre guardo la tempesta che investe il parcheggio dell’hotel, devo solo accettare la verità: oggi non si pedala.
Dopo la pioggia
L’alba del mattino seguente è luminosa e chiara, e tutto ciò che era oscurato ieri si rivela in dettagli brillanti. Dall’hotel Luna, che si trova a 1.470 metri di altitudine, le case della valle sembrano una collezione di piccoli pixel bianchi in un mare di verde e marrone.
L’aria ha la freschezza che viene dopo una forte pioggia, e il sole è abbastanza caldo da farmi rinunciare agli scaldamuscoli, anche se la temperatura all’ombra è ancora fresca. Piccoli ciuffi di nuvole stanno iniziando a formarsi, e diventa ovvio che la grande montagna sta iniziando il suo processo quotidiano di generazione del tempo, quindi prima partiamo, meglio è.
Ogni tratto di strada porta a una curva che promette sollievo oltre, solo per rivelare ancora un altro tratto di ripida salita.
Con me c’è Chanel Mason, che conosce bene questa regione ed è visibilmente eccitata all’idea di tornare a percorrere le strade della Serra da Estrela - dice che la prigionia di ieri in albergo l’ha fatta sentire come un animale in gabbia. Questo giro, dice, rappresenta un po’ una pausa dall’ospitare clienti impegnati in tour in bici di una settimana in cui vanno da un capo all’altro del Portogallo, percorrendo una distanza di 750 km.
Mentre ci apprestiamo ad uscire dall’hotel per puntare verso la montagna, Chanel ci spiega che ha da poco terminato 22 anni nell’esercito e che è anche alla fine della sua carriera agonistica con la Storey Racing, la squadra femminile britannica guidata da Dame Sarah Storey. Ora trascorre una parte del suo tempo come ride leader per la compagnia di vacanze Volta Pro Tours e quindi si ritrova ancora in sella per lunghi periodi.
“Non è certo il massimo per la forma fisica in gara - racconta -. Pedalare tutto il giorno in zona 1 con i clienti gioca un brutto tiro alla tua condizione”. Non tanto quanto stare seduti al tavolo della cucina per la maggior parte di un anno e mezzo, penso, ma sono già troppo occupato a sbuffare per dirlo ad alta voce.
Terra di legno e pietra
Essendo partiti da un’altitudine così elevata, il tratto iniziale di 3 km in salita ci porta vicino alla cima di Torre, il punto più alto della Serra da Estrela, ma lo affronteremo dopo. Invece, ad un incrocio giriamo a destra e puntiamo in discesa verso la città di Manteigas a 14 km di distanza.
La strada è larga e, per ora, relativamente dritta, il che ci permette di scivolare facilmente lungo la valle, con la temperatura che aumenta e diminuisce improvvisamente mentre passiamo dentro e fuori dall’ombra. Sotto di noi, alla nostra sinistra, c’è un bel fiume, e stretti sentieri scendono attraverso il sottobosco per arrivare a pozze perfette per rinfrescarsi in una giornata calda.
Come molte località di questa regione, Manteigas è un miscuglio di edifici bianchi con tetti di terracotta e strade acciottolate che fanno sferragliare le nostre biciclette così tanto che è difficile leggere il percorso sul mio GPS. Nessun problema; tutte le strade portano alla fine alla N232, che sale immediatamente al 6% circa, e quando lasciamo il paese ed entriamo in una foresta di pini e querce, iniziamo la prima vera salita della giornata.
L’aria sottile e l’inesorabilità della pendenza fanno sì che anche una breve discesa dopo 6 km sia come vincere il jackpot.
Per circa 16 km filiamo verso l’alto attraverso la foresta, con l’odore di pino umido che profuma l’aria. La strada si contorce e gira mentre si aggrappa al pendio, con occasionali spazi tra gli alberi che rivelano l’altezza che abbiamo guadagnato da quando abbiamo lasciato Manteigas. Chanel detta il ritmo mentre io mi concentro a mantenere un’espressione da pokerista mentre le mie gambe lottano per ricordare come ci si sente a percorrere una lunga salita. Un anno e mezzo di Swain’s Lane a nord di Londra non è stata la migliore delle preparazioni.
La pendenza rimane costante fino a quando non passiamo l’hotel Casa de São Lourenço, che è appollaiato sul bordo della foresta con vista sulle valli sottostanti. Da qui la pendenza si attenua, ma non si arriva mai a una cima; semplicemente si sbuca in una grande pianura coperta di erba e felci, punteggiata da pini gracili e disseminata di massi arrotondati che sembrano caduti dal cielo durante un gioco cosmico di biglie.
Questa è la cosa singolare della Serra da Estrela. È ufficialmente una catena montuosa, ma non ci sono montagne distinte da individuare, nessun picco individuale che separi una montagna dall’altra come nelle Alpi.
Invece la Serra da Estrela è più una massa amorfa; una massa gigante e arrotondata che è stata piazzata sulla campagna piatta del Portogallo settentrionale come una gigantesca medusa spiaggiata. Per tale ragione, pedalare qui significa affrontare le sue numerose creste e fessure, fare lo slalom attraverso campi di massi e macinare salite ripide senza mai avere un vero punto d’arrivo in vista. È davvero come nessun altro luogo in cui ho pedalato.
Guai tecnologici
Rocce modellate dal vento in monoliti sorvegliano i lati della strada mentre attraversiamo l’altopiano. È l’unico tratto pianeggiante dell’intero percorso ed è bello scivolare lungo le ampie strade - qui non ci sono strade a corsia unica in stile pirenaico - mentre si ammirano panorami che si perdono nel blu.
Siamo a circa 40 chilometri dall’inizio del percorso, quando Chanel si ferma lentamente sul ciglio della strada. Il suo deragliatore posteriore si rifiuta di cambiare - un sintomo, dice, di una botta ricevuta di recente durante il trasporto.
Il sistema elettronico Shimano Di2 è andato in modalità crash e ha bloccato il deragliatore in una singola posizione, e nessun armeggio o imprecazione lo farà cambiare. Mi chiedo se Shimano non farebbe bene a ripensare al suo recente annuncio in cui ha dichiarato di non avere più intenzione di produrre i suoi gruppi da strada di fascia alta se non nella versione elettronica.
Cambio ben presto pensieri perché improvvisamente mi accorgo che siamo a milletrecento metri su una montagna, con una lunga strada ancora da percorrere, e con la bicicletta di Chanel non perfettamente funzionante.
“Oh, bene - dice Chanel -. Continuiamo e vediamo come va”. Un’occhiata alla sua cassetta rivela che è bloccata in una combinazione di rapporti 34/14 - perfetta per la prossima sezione di 10 km, che è principalmente in discesa, ma forse troppo robusta per affrontare la mostruosa salita di 18 km che è il fulcro della corsa di oggi. Come dice lei, vedremo come andrà.
La grande salita
La discesa verso la località di Sabugueiro è veloce e divertente. C’è ancora il sole, ma vedo le nuvole che si addensano sulle colline davanti a noi, oscurando i loro versanti superiori. I cartelli che avvertono del ghiaccio ci ricordano che qui siamo abbastanza in alto per la neve in inverno, ed è così che la Serra da Estrela può vantare l’unica stazione sciistica del Portogallo.
Passiamo un pastore che si occupa di un piccolo gregge di capre, il che mi porta a chiedermi perché non abbiamo visto nessuna pecora. La regione è famosa per il suo delizioso formaggio Serra da Estrela, che è fatto con latte di pecora; quindi, devono essere in giro da qualche parte. Forse è un giorno di riposo.
Con la gravità dalla nostra parte, ci vogliono pochi secondi per attraversare Sabugueiro, ma non appena raggiungiamo il piccolo ponte al confine della città, la strada sale al 10% e non mostra alcun segno di cedimento mentre diviene un sentiero sinuoso lungo la collina. Questo è l’inizio di una salita che ci porterà da poco più di 1.000 a poco meno di 2.000 metri in cima, nel corso di 18 km, con un paio di brevi discese per garantire che i tratti in salita siano più ripidi di quanto la pendenza media suggerisca.
C’è ancora il sole, ma vedo le nuvole che si addensano sulle colline davanti a noi.
Inserisco immediatamente una marcia bassa e inizio a girare, consapevole che la conservazione dell’energia sarà vitale, soprattutto nei primi 5 km dove la pendenza raramente scende sotto le due cifre. Chanel, nel frattempo, non ha altra scelta che scendere dalla sella e iniziare a macinare quel 34/14. La sua cadenza rallenta a circa 40 giri al minuto e posso quasi vedere il movimento centrale della sua bici Boardman sforzarsi sotto la forza che sta mettendo sui pedali.
Si lancia sulla strada e scompare dalla vista dietro una curva. Quando mi avvicino allo stesso punto mi aspetto assolutamente di trovarla a lato della strada che ansima per il respiro, ma guardo su per la montagna e lei è lì, ancora martellando quella grande marcia come se stesse lavorando il burro. Evidentemente la condizione di gara non l’ha abbandonata del tutto.
Muri e torri
Ogni tratto di strada porta a una curva che promette sollievo oltre, solo per rivelare un altro tratto di ripida salita. L’aria sottile e l’inesorabilità della pendenza fanno sì che anche una breve discesa dopo 6 km sia come vincere il jackpot. La strada costeggia un piccolo lago, delimitato da massi e trattenuto da una piccola diga. Si rivela essere la prima di molte, e un paio di chilometri dopo siamo accolti dalla sorella maggiore, Barragem Marques da Silva, una vasta diga con alti muri di pietra, torrette e torri di avvistamento. Nella foschia crescente sembra un castello medievale, e la sua presenza incombente è allo stesso tempo impressionante e intimidatoria. Almeno la strada che ne percorre il bordo è piatta.
Non per molto. Una volta superata la diga, la salita ricomincia sul serio. Ci spingiamo avanti, attraverso la nebbia, passando altri laghi e altre dighe, finché alla fine, in lontananza, possiamo vedere le cupole rotonde delle stazioni radar che si trovano sulla cima. Chanel continua a far girare la sua grande marcia in una dimostrazione di potenza e resistenza che lascia senza fiato.
Il cartello stradale per Torre segna l’ultimo chilometro della salita, e presto ci fermiamo nel punto più alto del Portogallo continentale. Sulla cima, le stazioni radar si rivelano essere reliquie della guerra fredda, abbandonate da tempo e ora dall’aspetto malandato, con la vernice sbiadita e scrostata. Un pacchiano negozio di souvenir aggiunge la strana sensazione di una città di mare in rovina, completa di una giostra sotto forma di skilift che offre ai turisti una via più facile per raggiungere la cima rispetto a quella che abbiamo appena preso.
Guardando verso est possiamo vedere la Spagna. A ovest vediamo il mare, a più di 100 km di distanza. Improvvisamente mi rendo conto di quanto mi sia mancato tutto questo: stare seduto in cima a una salita, godendo del panorama e ringraziando che il duro lavoro del giorno è finito, con la sola discesa finale da fare.
La Serra da Estrela si è rivelata una rivelazione, con una bellezza così cruda come nessun’altra catena montuosa che ho visitato e salite che non hanno nulla da invidiare a quelle delle Alpi o delle Dolomiti.
E se decidi di visitarla e pensi che la salita alla Torre non sia abbastanza dura, puoi sempre provare a farla con un rapporto 34/14.
Segui il percorso di Cyclist
Scarica qui questo itinerario o scansiona il codice QR. Il Luna Hotel Serra da Estrela si trova a 1.470 metri sul fianco sud-est della Serra da Estrela. Da qui, girare a sinistra verso la cima e pedalare per 3 km fino ad un incrocio. Gira a destra e scendi per 14 km fino a Manteigas. Esci dalla città sulla N232 e sali per 16 km fino a una svolta a sinistra per Sabugueiro (ignora il primo segnale per Sabugueiro circa 1 km prima). Scendi per 6 km fino a un incrocio e gira a sinistra per Sabugueiro, attraversando la città e uscendo dall’altra parte sulla N339. Ora affronta la difficile salita di 18 km fino alla cima, seguendo le indicazioni per Torre. Scendi per 1 km fino all’incrocio, e gira a destra verso Covilhá per pedalare per 3 km fino all’hotel.
La nostra bici: BMC 2021 Roadmachine Two
BMC presenta Roadmachine come una “tuttofare dalle alte prestazioni”, ma non è una bici da corsa come la superleggera Teammachine o la aero Timemachine. BMC sostiene anche che è progettata per “pavimentazione liscia o strade secondarie ruvide”, ma non è una gravel bike come la URS del brand svizzero. È davvero una “comfort road bike”, ma poiché potrebbe non suonare molto eccitante, BMC la propone come un dinamico mix delle sue altre bici. Eppure, per quelli di noi che non sono corridori, il comfort è davvero ciò di cui abbiamo più bisogno. Non temete, la Roadmachine è ancora abbastanza leggera (8,3 kg per questa taglia 58) e abbastanza agile da spaccare su e giù per le colline, ma non ti punisce mentre lo fa, grazie ai foderi sottili, al reggisella e agli steli della forcella, agli pneumatici da 28 mm di serie e alla geometria che è un po’ più morbida rispetto ai modelli più sportivi di BMC. L’ho trovata una vera delizia da guidare, ed ero ancora seduto comodamente dopo una lunga giornata in sella.
Info Point
Come arrivare
Cyclist è volato a Porto, nel nord-ovest del Portogallo, che si trova a tre ore di macchina dall’hotel sulle pendici superiori della Serra da Estrela. È possibile arrivare da Porto a Covilhá (ai piedi della montagna) in treno, ma si aggiungono molte ore al viaggio.
Dove alloggiare
Il Luna Hotel Serra da Estrela si trova a 1.470 metri all’interno del parco nazionale, il che lo rende un’ottima base per esplorare in bicicletta o a piedi l’intera zona. Ha un’atmosfera di grandeur sbiadita, con camere piccole ma confortevoli, una piscina e un buffet decente. Vedere lunahoteis.com per i dettagli.
Ringraziamenti
Molte grazie a Adriano Placidi di Volta Pro Tours per il suo aiuto. Volta ospita vacanze in bicicletta in Portogallo che sono impegnative ma anche lussuose, come la N2 Challenge, una corsa di una settimana in Portogallo da cima a fondo. Aspettatevi una corsa dura con un supporto di livello professionale e ottimi cibo e vino. Grazie mille anche a Chanel Mason e Lisa Davis per aver trovato una breve
finestra tra le principali sfide N2 per unirsi a noi.