di Eddy Zanenga
12 July 2021

Sulle strade di Fausto e Serse Coppi: la Mitica

Sulla polverosa scia dell'Eroica sono nate una serie di manifestazioni ciclostoriche che permettono di rivivere i miti del ciclismo che fu. A Castellania ogni anno prende il via "La Mitica", l'occasione di pedalare e scoprire il mito di Fausto e Serse Coppi.

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La Mitica.

Le colline Tortonesi non sono certo tra le mete turistiche più desiderate dagli italiani. Eppure, chi le ha conosciute, ha di certo apprezzato la stupenda “normalità” che vi si ritrova: piccoli paesini delle campagne italiane che tra una curva e l’altra, tra strappi ripidi e falsipiani fatti di stradine magicamente prive di traffico, disegnano traiettorie di vigneti e colture che accompagnano in silenziosa armonia il pedalatore, o il turista. Quasi sembra di ritrovare un’Italia che non c’è più, e tutto sembra essere uscito da qualche pagina della “Domenica del Corriere” degli anni 50, al punto che ti aspetti che anche la fotocamera passi automaticamente alla modalità “bianco e nero” per rispetto del luogo.

Quando però la pedalata affonda verso Castellania, anche il ciclista neofita si accorge che sta per entrare in un luogo che di normale non ha nulla.

Siamo arrivati qui per vivere la Mitica Free Edition, la manifestazione ciclistica per bici d’epoca quest’anno in versione “light” causa pandemia, creata da chi vuole ricordare un cognome e due fratelli: Fausto e Serse Coppi.

Poco più di 80 abitanti e tre associazioni che si occupano, con tre missioni diverse, di non lasciar volare via la magia di Fausto e di un ciclismo che oggi forse manca da morire.

Chi ha partecipato alle edizioni precedenti della corsa, ha conosciuto l’apripista in ammiraglia “anni 40” con tanto di megafono: è Pietro Cordelli, presidente dell’associazione La Mitica, che ormai dal 2012 riporta a Castellania il fascino di pedalare sulle strade di Coppi.

“Quando abbiamo iniziato non ci aspettavamo un successo del genere. Ovviamente l’idea è nata ispirandoci al format dell’Eroica, che è la mamma di tutte le ciclostoriche. Tuttavia, il nostro scopo non è la manifestazione in sé, e nemmeno vogliamo diventare più “grandi” di quel che siamo (circa 300 iscritti nelle edizioni pre Covid, nda), vogliamo tramandare un ricordo, una cultura ed una passione che altrimenti si perderebbero. Per quanto Coppi sia Coppi, gli anni passano, e sentiamo il dovere di mantenere viva la fiamma di persone come Fausto”.

Il passaggio a Rampina.

Effettivamente le nuove generazioni sanno a stento chi sono.

Coppi e Bartali dovrebbero stare sui libri di scuola: sono una espressione di quella società, in un tempo in cui le loro figure erano più incisive degli influencer di oggi”.

Torniamo un attimo alla Mitica: un connubio importante anche con il territorio, meno conosciuto di quant’è bello.

“Qui è un paradiso per la bici, e portare qui gli appassionati vuole anche essere un modo per avvicinarli alla mobilità dolce e sostenibile, che è un altro nostro obiettivo”.

Ossia?

“Con il comune di Tortona, e gli enti del territorio, stiamo iniziando a progettare un collegamento ciclabile che agganci la zona dei colli alla ciclabile VenTo (la grande direttrice ciclabile “Venezia-Torino, nda), con una serie di servizi e percorsi che diventano un’esperienza anche di turismo”.

La Mitica prevede anche diversi tratti di strade bianche, e sinceramente hanno poco da invidiare alle altrettanto belle ma più famose, toscane.

“Ti ringrazio per il complimento, però effettivamente è così; di tutti i tratti il più simbolico è quello della Rampina: è l’ultimo tratto “bianco” de “la Mitica” ed è anche la strada che Fausto e Serse facevano sempre per tornare a casa. Pedalare lì ti porta indietro nel tempo”.

Il cammino dei campioni

Anche un'altra associazione tenta di “riportare” indietro nel tempo. L’Associazione Fausto e Serse Coppi del presidente Gianni Gugliada, cerca il legame con i due fratelli tramite eventi culturali e musicali, in cui il “fil rouge” è sempre la bicicletta: hanno una sede che dovrebbero mettere sotto protezione dell’UNESCO con una piccola biblioteca ciclistica interessantissima, che stanno inventariando. Anche loro stanno lavorando ad un percorso, questo da fare anche a piedi: a 15 km da Castellania, nel comune di Cassano Spino, riposa niente meno che Costante Girardengo. Nasce così il cammino dei campioni… ma ovviamente è percorribile anche in bici!

A pochi passi (letteralmente) dalla sede dell’associazione c’è la casa della famiglia Coppi, conservata senza modifiche, e trasformata in un museo che fa venire la pelle d’oca: nelle stanze al piano terra qualche bici e qualche maglia del Campionissimo, poi tutta la casa è stata riportata ai momenti in cui Fausto ci viveva con la sua famiglia, e la sensazione di trovarselo li mentre si sfila la maglia della Bianchi di ritorno dall’allenamento è più impressionante dell’ultimo film in 4D di Hollywood.

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Il murales di Claudio Pesci.

Per chiudere il cerchio, “l’agnolotto party” riservato a chi partecipa alla mitica (così come la cena del sabato) si svolge proprio nel cortile della casa di Fausto: praticamente insieme a lui!

“Eppure son solo tre viuzze”. Questo è quello che ci viene in mente alzandoci dal tavolo dell’unico ristorante del paesino (che manco a dirlo si chiama “Il Grande Airone”) anche se ci son sembrate mille strade di piccole emozioni e ricordi.

L’uscita da Castellania ci regala un’ultima chicca: i murales di Claudio Pesci sono una singolarissima pagina di chiusura di un numero extra, tutto per noi (e per voi che verrete), della “Domenica del Corriere”.

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