Il Colle dell’Iseran

Il colle più alto delle Alpi ha ricevuto poche visite dal Tour de France. Ma nell’edizione 2019 si rivelò una tappa cruciale, quando il gruppo prese d’assalto le sue pendici.

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Salite Classiche by Cyclist magazine. Il Colle dell'Iseran. Le scritte verso la vetta contrastano con la quasi totale mancanza di cartelli durante la salita. Foto di Alex Duffil

Esiste un dilemma formulato dal filosofo del XVIII secolo, George Berkeley, che enuncia: "Se un albero cade nella foresta e nessuno è lì ad ascoltarlo, questo farà realmente rumore?". Allo stesso modo, se un corridore taglia un traguardo senza rendersene conto, è effettivamente un traguardo? E se non c'è un vincitore di tappa, quest’ultima ha mai avuto luogo?

...batte giusto i 2.757 metri dello Stelvio, eppure, curiosamente, l'Iseran non è così famoso o venerato come il suo rivale italiano

Queste e molte altre domande sono sorte durante la 19esima tappa del Tour de France 2019, quando il Colle dell'Iseran è diventato l'arrivo in vetta che nessuno sapeva fosse un arrivo in vetta. Questo colle è il passo più alto delle Alpi (malgrado alcune proteste da parte del vicino Col de la Bonette), che si eleva a 2.764 m sul livello del mare - o 2.770 m se si crede al cartello posto sulla cima. A ogni modo, batte giusto i 2.757 metri dello Stelvio, eppure, curiosamente, l'Iseran non è così famoso o venerato come il suo rivale italiano.

Storie inaspettate

La prima comparsa dell’Iseran al Tour risale al 1938, appena un anno dopo il completamento strada. Ma nei successivi 82 anni è apparso solo altre sette volte. Nella sua seconda apparizione, fu parte del percorso della prima cronometro di montagna, nell’edizione del 1939, quando la corsa contro il tempo era solo la farcitura di un panino tutt’altro che appetitoso di una tappa suddivisa in tre frazioni.

Eppure, il più famoso e infame contributo del colle alla storia del Tour è arrivato nel 2019. Alla partenza del gruppo, l'Iseran era la penultima salita in programma, ma non è accaduto nulla fino all’avvicinarsi alla salita finale a Tignes. Julian Alaphilippe aveva in pugno la Francia e la maglia gialla sulle spalle. Ogni volta che la gara si dirigeva verso le montagne, la gente ne immaginava il crollo, ma in qualche modo è riuscito a restare al comando, con un vantaggio di 1 minuto e 30 secondi.

Con solo due vere tappe rimaste, il team Ineos era preoccupato che il francese potesse fare un miracolo e interrompere la straordinaria serie di successi della squadra, così i suoi corridori hanno reso la gara sulle strade dell'Iseran il più difficile possibile. Dopo che un treno di maglie rosse e nere aveva svolto i consueti compiti di mettersi davanti a tirare, Geraint Thomas ha attaccato per primo a 6 km per conquistare la vetta. Il suo attacco, però, non è stato sufficiente a smuovere Alaphilippe. Ma quando Steven Kruijswijk della Jumbo-Visma ha superato Thomas, il francese si è sbloccato. Poi ha attaccato Egan Bernal della Ineos e nessuno è riuscito a tenere la ruota del giovane colombiano.

La vista sulla valle dell’Arc e il secondo tornante della salita dopo circa 2,5 km. Foto Alex Duffil

Imponente e magnifico

Gli attacchi sono stati ancora più spettacolari grazie allo scenario. Alcune salite tendono a racchiudere tutti i migliori panorami negli ultimi chilometri, ma sul suo lato meridionale, fin da Bonneval-sur-Arc, l'Iseran ha una grafica di qualità IMAX.

Ora, si potrebbe dire che la salita in realtà inizia lungo la strada del ritorno a Lanslebourg- Mont-Cenis, a 33 km dalla vetta, ma visto che 12 km hanno una media per lo più inferiore all'1% mentre si pedala attraverso la vasta e meravigliosa valle dell'Arc, è meglio concentrarsi sugli ultimi 13,4 km, che raggiungono una media del 7,3%. Bonneval-sur-Arc è un pittoresco quadretto di chalet dal fascino svizzero, usato in passato come set cinematografico e unica cittadina della Savoia ad avere l’onore di essere stata inserita fra i borghi più belli della Francia.

Il grande tornante a sinistra

La salita inizia con un grande tornante a sinistra e sale immediatamente oltre l'8%, che mantiene per i successivi 4 km. Mentre la strada sale sopra il caotico tappeto di tetti, si percepisce l’essenza della salita. La strada non ha barriere e pochi segnali, il che rende l'atmosfera meravigliosamente selvaggia. Quasi certamente si possono vedere le marmotte sui pendii, e soprattutto si è immersi in una sorta di quiete di cui si può godere solo allontanandosi dalla civiltà.

La salita inizia con un grande tornante e sale subito oltre l'8%, che mantiene per i successivi 4 km

Quando la strada svolta verso nord nel Vallon de la Lenta, in realtà si scende per un breve tratto, ma in un batter d’occhio riprende l’ascesa con un'altra serie di lunghi zig zag. Thomas ha attaccato proprio dal secondo tornante della serie, dove c’è un edificio trasandato che segna l'inizio di un chilometro con una pendenza media del 10,5%. Nonostante la più grande corsa ciclistica del mondo affrontasse le strade dell'Iseran quel giorno del 2019, gli spettatori erano incredibilmente scarsi. E ciò diede un aspetto datato alle immagini in mondovisione.

Il secondo tratto, più semplice, consente di aumentare la velocità, malgrado un grande dirupo a sinistra. Verso la fine c'è un breve tunnel un po’ strano - anche se non sono un ingegnere, sembra assurdo aprire un varco nella roccia qui e in nessun altro punto. Forse è solo per decorazione, ma in entrambi i casi si attraversa un ponte alla fine dell'ultima valle che porta fino al confine del comprensorio sciistico Espace Killy che comprende Tignes e la Val d'Isère. Da qui alla vetta ci si trova a più di 2.500 m sul livello del mare e la pendenza media è del 9%. La strada tende anche ad allargarsi un po', cosa che sembra mitigare l’asprezza della salita. Ma è solo un’illusione.

Arrivati! Foto Alex Duffil

Finale meritato

L'ultimo tornante è maestoso e permette un po’ di recupero prima degli ultimi 800 m alla cima. Lungo tutta la strada si vedono sporadiche bandierine rosse con una croce bianca, e su quest'ultima curva a sinistra ce n'è un’altra impressa sull'asfalto. Mentre inizialmente si potrebbe pensare che questo sia frutto del tifo dedicato a Mads Pedersen, il danese campione del mondo 2019, in realtà quella che è raffigurata è la bandiera della regione.

Poi, mentre si sale sulla rampa finale, appaiono scritte con grandi bandiere, maglie ed esortazioni che riempiono la strada fino al traguardo... quello del 26 luglio 2019 non era un traguardo. Almeno per quel che ne sapeva Egan Bernal. Dopo aver scollinato, i corridori hanno anche superato la cappella più alta di Francia: Notre Dame de Toute Prudence. L'organizzatore ASO ha con prudenza interrotto la corsa mentre Bernal, Thomas, Simon Yates e altri scendevano lungo la D902 verso le famose località sciistiche. Più avanti, un violento temporale aveva ricoperto la strada di chicchi di grandine e provocato una frana rendendo impraticabile il percorso.

Il risultato è stato che i tempi (anche se non c'era il cronometro) sono stati presi allo scollinamento della salita precedente, catapultando Bernal in maglia gialla, che avrebbe indossato fino a Parigi. E così l'Iseran ha involontariamente ospitato un arrivo in vetta.

Forse in futuro potrebbe essere un vero e proprio finale. Sicuramente se lo merita.

Mappa e statistiche

Salita Colle dell'Iseran

Paese Francia

Regione Savoia

Catena montuosa Alpi

Partenza Bonneval-sur-Arc

Strada D902

Altezza 2.764 m

Dislivello 977 m

Lunghezza 13,4 km

Pendenza media 7,3%

Pendenza massima 13%

Il servizio completo è pubblicato sul numero 48 di Cyclist magazine

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