Natura e cultura bike friendly nella Valle del Savio
Un Grand Tour di 172 km che da Cesena arriva fino al Monte Fumaiolo attraversando borghi ricchi di fascino e di storia. Massima attenzione alla sostenibilità ambientale e grande rispetto per i luoghi del Pirata Pantani.




Piazza del Popolo, a Cesena, è il punto di partenza e di arrivo dell'anello di 172 km del Grand Tour della Valle del Savio.
A UN CERTO PUNTO, mentre salivo verso il Valico del Monte Fumaiolo, mi sono trovato in un tunnel di alberi. Come protetto da quel tetto di foglie, sono saltato sui pedali per mettermi alle spalle le pendenze al 14% del tratto più impegnativo della salita. È stato uno di quei momenti che si imprimono nella memoria, un misto di stupore della scoperta, silenziosa contemplazione e beatitudine psicofisica. Ci sono giorni in cui fare ciclismo diventa un’esperienza multisensoriale ineguagliabile, ma perché ciò accada ci vogliono luoghi adatti e uno spirito capace di accogliere ciò che lo sguardo può consegnare al ricordo.
Ci sono giorni in cui fare ciclismo diventa un’esperienza multisensoriale ineguagliabile.
Il Grand Tour della Valle del Savio è, senza ombra di dubbio, una proposta cicloturistica in grado di tenere insieme le passioni per natura e cultura, ciclismo ed enogastronomia. In questo anello di 172 chilometri e 3344 metri di dislivello, con partenza e arrivo a Cesena, si parte da un entroterra che profuma di salsedine, si transita dalla terra natia di Plauto e da uno splendido borgo termale, per poi arrampicarsi laddove il Tevere è solamente un ruscello. Dopo il giro di boa del Fumaiolo si percorre una lunga discesa che riporta verso il punto di partenza e arrivo, con un epilogo che si snoda su dolci colline caratterizzate da frutteti, vigneti e campi in cui crescono i cereali.
L’asse principale del percorso è la vecchia strada regionale SR71 che, grazie al decongestionamento dovuto alla realizzazione della E45, è diventata uno degli itinerari più battuti dai cicloturisti romagnoli. Sul percorso permanente del Grand Tour della Valle del Savio gli appassionati delle due ruote possono trovare tutti i servizi necessari per un’esperienza ciclistica priva di preoccupazioni logistiche: il noleggio di bici tradizionali o elettriche, la possibilità di bike sharing nel caso si voglia percorrere una parte del tracciato senza tornare al punto di partenza, la segnalazione di punti di rifornimento acqua e i Bike Point, punti di assistenza autonoma dove si trovano attrezzi per la manutenzione, ricarica per e-bike e pompa per il gonfiaggio.
Lungo il percorso sono presenti 11 negozi convenzionati con Valle Savio Bike Hub e aderenti a una carta dei servizi Bike Friendly e di Sostenibilità Ambientale per ogni tipo di necessità, compresi l’assistenza di pronto intervento e il trasporto bagagli. Infine, lungo il tracciato è presente una mappatura delle bellezze storico-architettoniche e naturalistiche da visitare, delle aziende agricole, dei ristoranti, delle cantine vitivinicole e degli agriturismi, hotel e b&b che offrono servizi per il ciclista. Il Grand Tour della Valle del Savio, dunque, è qualcosa di più di un semplice itinerario segnalato da una cartellonistica ad hoc: è un progetto per destagionalizzare e delocalizzare il cicloturismo che solitamente si concentra in una fascia dell’entroterra prossima alla costa romagnola.
Risalendo la Valle del Savio




Davide Mazzocco pedala accanto agli spettacolari "crestoni" che precedono il tratto finale dell'ascesa al valico del Monte Fumaiolo.
Il Grand Tour della Valle del Savio prende le mosse da Cesena, più precisamente dalla centralissima Piazza del Popolo che sorge ai piedi della Rocca Malatestiana. Dopo avere percorso via Cesare Battisti e avere imboccato Viale 4 Novembre, l’itinerario asseconda per alcuni chilometri la riva destra del fiume Savio su strade poco frequentate dagli automobilisti. Dopo una dozzina di chilometri si raggiunge Borello dove la strada propone le prime rampe di salita.
Un anello di 172 chilometri e 3344 metri di dislivello, con partenza e arrivo a Cesena.
Il percorso si fa sinuoso, con leggere salite e discese che conducono sino a Mercato Saraceno. La strada prosegue in salita per 8 chilometri fino a Sarsina, località che merita una sosta. Abitata da popolazioni umbre e successivamente conquistata dai Romani, fra il 225 e il 250 a.C, Sarsina diede i natali al commediografo Tito Maccio Plauto. Una breve deviazione dal percorso permette di ammirare la basilica concattedrale di Santa Maria Annunziata, anche nota come basilica di San Vicinio. Lasciati alle spalle i primi 34 km del percorso, la strada si snoda sinuosa e ondulata per 20 chilometri, fino ai 466 metri di San Piero in Bagno. In questo tratto ascendente le pendenze non vanno mai oltre il 5% e, se in possesso di una buona condizione di forma, si può procedere con il lungo rapporto. L’ampiezza della sede stradale, la qualità dell’asfalto e la bassa densità del traffico automobilistico garantiscono una pedalata davvero piacevole fino al paese nel quale segnaliamo il settecentesco Ponte dei frati.
Pedalando per altri tre chilometri si raggiunge Bagno di Romagna, località termale situata a 490 metri di quota e a 57 chilometri dalla partenza di Cesena.
Alle sorgenti del Tevere





La sorgente del Tevere nei boschi del Monte Fumaiolo.
Da Bagno di Romagna – sede di tappa ideale per chi voglia suddividere il Grand Tour in tre giorni di pedalate – il percorso procede verso gli Appennini, lambendo il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Nei 10 chilometri che separano la località termale e il comune di Verghereto la pendenza media è del 3%, un ideale acclimatamento alla salita verso la “Cima Coppi” del Grand Tour. Prima dell’inizio di una breve discesa, sulla destra, è presente una fontana nella quale è possibile rabboccare la propria borraccia. Giusto il tempo di tirare il fiato e la strada risale fino agli 865 metri del Valico di Montecoronaro. Una discesa di un chilometro e mezzo conduce sino a Ville di Montecoronaro. All’ingresso in paese, proprio di fronte a una vecchia casa cantoniera, si abbandona la SP 137 per girare a sinistra sulla SP38, in direzione Balze. Dopo un paio di chilometri in leggera salita si raggiunge uno dei tratti più sorprendenti dell’intero itinerario, un passaggio a fianco di maestose formazioni rocciose che i locali chiamano “traversagna” o “crestone”. In questo tratto la strada spiana e consente ai ciclisti di poter ammirare questo paesaggio in tutta la sua inconsueta bellezza.
...si transita su di un piccolo ponte sotto il quale scorre un ruscello chiamato… Tevere!
Oltrepassata la borgata di Falera, si transita su di un piccolo ponte sotto il quale scorre un ruscello chiamato… Tevere! Sulla destra di chi pedala in salita il paesaggio è davvero mozzafiato, con cime appenniniche a perdita d’occhio. Giunti in località Balze, a quota 1100 metri, si svolta a sinistra in via Tevere affrontando un tratto di salita con pendenze in doppia cifra che caratterizzano gli ultimi 3 chilometri di ascesa, con una punta massima del 14%. Superate le sorgenti del Tevere – raggiungibili con pochi minuti di cammino – i ciclisti si trovano immersi in una suggestiva faggeta che rende davvero incantevole l’atto finale di questa ascesa lunga 25 chilometri. Con i suoi 1349 metri, il Valico del Monte Fumaiolo rappresenta il punto più elevato dell’intero Grand Tour della Valle del Savio.
La discesa sul versante settentrionale inizia con alcuni tornanti nel bosco, per poi farsi meno tecnica e più veloce verso Alfero. La bici scorre che è un piacere, con un fondo stradale manutenuto alla perfezione. Dopo una decina di chilometri la strada riprende a salire verso il passo dell’Incisa per poi raggiungere il lago di Acquapartita. Siamo a 755 metri di quota, ma si respira ancora aria di montagna. Siamo soltanto a metà della lunga discesa che procede verso Selvapiana, Quarto, Sarsina, per raggiungere Mercato Saraceno, ideale sede di conclusione della seconda tappa del Grand Tour.
Sulle colline di Pantani





Il Grand Tour della Valle del Savio è costellato di scritte inneggianti a Marco Pantani.
La terza e ultima tappa del Grand Tour della Valle del Savio si sviluppa in quella che potremmo chiamare la “zona Pantani”, un territorio nel quale frutteti, vigneti e campi coltivati a cereali sostituiscono i boschi che hanno caratterizzato la parte centrale dell’itinerario. Da Mercato Saraceno inizia la salita del Barbotto, l’ascesa sulla quale Marco Pantani era solito testare la sua condizione fisica. Silvia Livoni, ideatrice del format Bike Hub, fa partire il cronometro ai piedi della salita: per 4,65 chilometri decido di mettere da parte il mio spirito da cicloturista e provo a fare la salita se non a tutta, quantomeno all’80% delle mie possibilità. Il primo chilometro al 6,5% consente un acclimatamento allo sforzo che si farà progressivamente più intenso. Il secondo chilometro all’8% e il terzo al 7,8% si sviluppano in un paesaggio agreste che si fa sempre più aperto. È nell’ultimo chilometro con una pendenza media del 15% e una punta del 18% che lo sguardo si concentra sulla striscia d’asfalto ancora da percorrere.
Gli appassionati delle due ruote possono trovare tutti i servizi necessari per un’esperienza ciclistica priva di preoccupazioni logistiche.
Durante l’arduo epilogo comprendo perché questa salita sia stata maledetta nientemeno che da Eddy Merckx dopo il passaggio del Giro d’Italia del 1973 e sia diventata la palestra a cielo aperto del Pirata di Cesenatico. Il vincitore del Giro e del Tour del 1998 conserva il record dell’ascesa con un 11’20” corrispondente a una VAM di 1970 m/h. Il cronometro di Silvia si ferma a 25’40”, un tempo che – su di un dislivello di 372 metri - corrisponde a una VAM di 870 m/h. Alla fine della salita è doverosa una sosta al Bar Ristorante Barbotto, un luogo in cui ogni parete, esterna o interna, trasuda passione per il ciclismo. Fra una fetta di torta e una piadina, il gestore Francesco Mazzoni ti accompagna in un viaggio nel tempo: ci sono le foto di Coppi, quelle delle due maglie rose locali a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco, quella di un Eddy Merckx in sofferenza.
La porzione più ampia di superficie parietale è insindacabilmente occupata dalla religione monoteista vigente in Romagna da tre decenni a questa parte, quella che ha Marco Pantani come unico oggetto di venerazione. La reliquia più preziosa è una bandana gialla posizionata a fianco di un Pirata en danseuse in maglia rosa. Il sorriso e la stretta di mano di Francesco sono forti e genuini come un bicchiere di Sangiovese, il suo entusiasmo e la sua passione così contagiosi che lo staresti ad ascoltare per ore, ma la strada chiama e tocca rimettersi in sella.
Il cartello del Grand Tour ci indirizza verso Sogliano al Rubicone, su di un percorso di cresta dove tratti di ascesa e discesa si susseguono senza soluzione di continuità. Rontagnano, Biancolino, Montegelli, Strigara e Vignola precedono l’arrivo a Sogliano al Rubicone, località posta al 138° chilometro del nostro itinerario. All’uscita del paese si imbocca la SP9 che propone il tratto più divertente per quanti amano la discesa ovverosia una serie di 16 tornanti ravvicinati che i ciclisti locali chiamano “Piccolo Stelvio” e che conducono a un attraversamento pedonale del Rubicone. Superato il fiume i saliscendi proseguono fino a Montiano, dalla cui Rocca Malatestiana si può ammirare un panorama che abbraccia l’intera costa romagnola.
Le fatiche non sono concluse: la discesa verso Badia e il passaggio a Calisese sono il preludio all’ultima fatica: la salita che conduce a Carpineta e a Saiano tocca una punta del 12%, regalando un ultimo sguardo dall’alto sulla pianura cesenate. I restanti 8 chilometri sono in discesa e riportano alla Piazza del Popolo dove l’itinerario è iniziato. La tripartizione del percorso è consigliata per i cicloturisti e per tutti quegli appassionati che amano prendersela comoda, scattare fotografie e ammirare il paesaggio. Evidentemente i ciclisti di fondo possono portare a termine l’intero percorso in una giornata. Il periodo ideale? Condizioni climatiche, latitudine ed esposizione rendono il tracciato percorribile senza problemi da marzo a ottobre.
Percorso ad anello
Il Grand Tour della Valle del Savio è un percorso ad anello che unisce la riviera adriatica all’Appennino Tosco-Romagnolo. Il tracciato (puoi scaricarlo qui) ha uno sviluppo lineare di 172 km interamente su asfalto e con un dislivello di 3332 metri. Adatto sia agli sportivi che ai ciclisti meno allenati, nel 2022 si è aggiudicato l’Italian Green Road Award conseguendo il primo premio con l’Oscar del Cicloturismo Italiano. La pendenza massima in salita è del 18% su una rampa del Barbotto, salita che inizia a Mercato Saraceno. La Cima Coppi del Grand Tour della Valle del Savio è il Valico di Monte Fumaiolo, a quota 1407 metri. Se un ciclista di fondo può affrontare l’intero percorso in una giornata, per i cicloturisti che vogliono prendersela comoda le tappe consigliate sono 3: Cesena-Bagno di Romagna (57 km), Bagno di Romagna-Mercato Saraceno (63 km) e Mercato Saraceno-Cesena (52 km). L’itinerario, partendo da Cesena, attraversa sei comuni dell’Unione Valle del Savio: Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna, Verghereto e Montiano.
Il servizio completo è pubblicato sul numero 68 di Cyclist magazine.